La spiritualità olocosmista

L'olocosmismo (dal greco ὅλος: l'intero, κόσμος: cosmo, conoscenza del cosmo-tutto) è una filosofia spirituale non teistica e profondamente naturalistica che vede l'universo come non-generato, sempre esistente
E' una concezione monista non nichilista, che ritiene l'intero Cosmo una forma interconnessa di materia, energia e vita, senza uno scopo ultimo, ma che trova nella sua stessa esistenza il proprio fine
Gli olocosmisti provano un profondo senso di comunione con l'universo e con la natura, ritenendo l'uomo parte integrante di essa e non come essere superiore suo dominatore, ossia è di matrice non specista.
L'olocosmismo si inserisce nella tradizione dei panteismi naturalistici ma muove un passo ulteriore, ritenendo del tutto superflua la concezione di Dio e quindi non identifica il Cosmo con alcuna forma di divinità cosciente o impersonale, ritenendolo numinoso per sua stessa natura
Gli olocosmisti ritengono che la scienza, imperfetta e in continua discussione, sia il migliore mezzo che l'uomo abbia per indagare e comprendere il Cosmo e aborrisce qualsiasi forma di dogma

Il primo principale problema dell'olocosmista è quello di far comprendere agli altri la spiritualità di cui è portatore. Primo scoglio da superare: che cos'è la spiritualità? La semantica può apparire di poco conto a occhi inesperti, ma laddove si pongono delle solide certezze ecco che compare l'ombra dell'incomprensione. Non a caso interi libri si sono scritti sull'argomento. La prima forte obiezione al termine spiritualità solitamente viene dagli atei forti, che ritengono necessariamente il termine legato a una qualche forma di credenza soprannaturale o comunque alla concezione di uno "spirito". La migliore definizione rispetto al concetto contemporaneo è quello di spiritualità in riferimento ai "profondi valori e significati rispetto ai quali le persone vivono" (Philip Sheldrake, A brief history of spirituality, p. 1-2). 
Allora potremmo identificare la spiritualità come quel sentimento e percorso interiore che l'individuo compie nel definire se stesso rispetto alla realtà che lo circonda. 
In questo senso la religione può essere una risposta o una conseguenza, ma non necessariamente.
L'olocosmista prova un profondo senso di meraviglia e comunione con ciò che lo circonda. Un momento classico di "risveglio olocosmista" può avvenire quando, raggiunta l'età della ragione, l'inviduo volge lo sguardo al cielo stellato e anziché sentirsi smarrito e sminuito dell'immensità di ciò che vede, si sente avvolto dalla vastità del cosmo, come se galleggiasse in un limpido oceano di luce. Sentimenti analoghi insorgono nella persona di fronte ai grandi spazi, alle estese marine o nella profondità delle foreste. Queste immagini rievocano abusati cliché di stampo new age. In verità, sono sentimenti profondi, insiti nella natura umana, ancestralmente legati alla memoria atavica dei primi umani che volsero lo sguardo al cielo. Essi però non trovando altra giustificazione plausibile a tale vastità, non poterono fare a meno di creare gli dei.
Noi oggi disponiamo di una conoscenza più approfondita della natura del Cosmo, possiamo superare le antiche credenze, senza rinunciare al sentimento che fortemente ci lega all'Unità. Il pensiero scientifico e scettico è fondamentale per l'olocosmista. Egli o ella non accetta alcun dogma o credenza. Quindi si pone sempre in discussione con la realtà che lo circonda. A livello intimo tuttavia, intuitivamente percepisce l'Unità del Cosmo.
La prima obiezione che porrebbe un teista: "ma questo è ateismo! in tutto ciò Dio dov'è?". Questa obiezione non tiene conto che l'Olocosmismo non è una filosofia teista, ossia non considera Dio un'ipotesi. Di fronte a una posizione teistica forte, l'Olocosmismo apparirà come una forma ornata di ateismo. In verità esso non è ateistico, ma non-teistico. Non nega l'esistenza di Dio, non la considera a priori.
La seconda obiezione verrebbe proprio dagli atei: "se Dio non esiste, perché reclamare una forma di spiritualità? E' una paccottiglia new age!". L'ateo che sostituisce l'ateismo alla religione è zoppo. L'ateismo non è una filosofia né una visione del mondo. E' un'affermazione che si proclama per negazione della credenza altrui. Non dice nulla di ciò che una persona crede o prova. 
Può essere un punto di passaggio dal teismo verso altre forme di spiritualità, ma difficilmente un punto di arrivo costruttivo.